Cos’è l’ADHD?

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Non dovresti utilizzare le informazioni su questo sito Web o le informazioni sui collegamenti da questo sito per diagnosticare o trattare l’ADHD e/o le comorbilità, in te stesso o in altri, senza consultare uno specialista ADHD adulto qualificato.

Tutti ogni tanto possiamo essere DISORGANIZZATI.

Le DISATTENZIONI poi, capitano, giusto?

Per non parlare di quelle volte in cui si è un 

po’ troppo IPERATTIVI o IMPULSIVI…

                              …ma solo qualche volta!

 

Per alcune persone invece, si tratta di quotidianità…

…A livelli e frequenza tali, che le loro vite  a casa, a scuola, sul lavoro e negli ambienti sociali risultano compromesse in modo considerevole  e talvolta invalidante.
Cos’è L’ADHD?

L’ADHD è un disturbo classificato nel manuale diagnostico DSM-5[1] tra i disturbi del neurosviluppo.
La parola neurosviluppo[2] indica indica generalmente  il coinvolgimento del  sistema nervoso e del cervello a partire dal suo sviluppo.
In questo caso il termine viene utilizzato per tutti quei disturbi che influenzano funzioni del cervello variegate (tra cui quali emozioni, capacità di apprendimento, autocontrollo e memoria) che hanno esordio infantile (ovvero si manifestano fin dall’infanzia).
Possono progredire e migliorare col tempo ma tendenzialmente perdurano per tutto il ciclo di vita.
Le cause sono ancora sconosciute, i dati fin’ora raccolti suggeriscono che l’ ADHD possa essere causato da effetti combinati di molti rischi genetici e ambientali[3]. Non è raro che nella stessa famiglia si ritrovino più componenti affetti da questo disturbo, ma i meccanismi precisi di possibile ereditarietà genetica e le possibili percentuali di ereditarietà sono tutt’oggi ancora oggetto di studi.
Sembra non esistere inoltre alcuna correlazione tra questa condizione e il quoziente intellettivo di una persona. Studi riportano come l’ADHD colpisca le persone allo stesso modo in intervalli di punteggio QI alto, medio e basso.[4]

La parola chiave dell’ADHD è regolazione:

Attenzione, Attività Motoria/Mentale e Impulsività  e la loro disregolazione sono le tre macro aree più generalmente considerate rilevanti nell’ADHD. Da quest’ultime, a seconda della prevalenza dei sintomi  si definiscono i 3 sottotipi:

  • Iperattivo-impulsivo.
  • Inattentivo.
  • Combinato.

In genere, i sintomi variano a seconda del contesto o di specifiche situazioni.
Nonostante ci siano dei punti cardine molto comuni, l’ADHD si puó presentare in maniera molto diversa da persona a persona e a seconda dell’età.
Come possiamo notare, una regolazione inadeguata delle tre macro aree può avere svariate ed ampie implicazioni su un individuo, si tendono quindi a considerare le manifestazioni dell’ADHD non basate sulla mera presenza di un sintomo o meno ma valutando i sintomi  nella loro interezza, frequenza e sul grado d’ influenza che questi ultimi hanno sulla qualità della vita dell’individuo.
Questo è molto importante poichè spesso durante la vita la persona ADHD (specialmente non diagnosticata) può attuare inconsciamente o consciamente dei comportamenti e strategie di adattamento che possono peggiorare o migliorare i sintomi stessi, rendendo l’ADHD meno o più impattante in diverse aree di vita.

Spesso quando si parla di ADHD si parla di Funzioni Esecutive

In generale molte delle difficoltà riguardano le funzioni esecutive, che sono tutte quelle funzioni cognitive che ci permettono ad esempio di regolare tutti quei comportamenti utili per controllare la nostra condotta e perseguire obiettivi e compiti assegnati.
Le funzioni esecutive possono essere classificate come il dipartimento del cervello che lo aiuta ad autoregolarsi ed organizzarsi.
Un errore comune che si fa nel categorizzare l’ADHD è spesso relegarlo ad una mera disfunzione costante dell’intera capacità attentiva di un individuo, quando sarebbe più corretto parlare di disfunzione della regolazione dell’attenzione.
Ci aiuta quindi a pianificare e prioritizzare ed a mantenere l’impegno costante per raggiungere un obiettivo aiutandoci ad ignorare le distrazioni e a non agire seguendo impulsi immediati causati da quest’ultime.
L’impulsività e l’iperattività sono anch’ esse tematiche cardine, l’impulsività può tradursi in scelte affrettate e può a lungo termine incentivare comportamenti o schemi mentali dannosi per l’individuo.

Negli adulti, i sintomi dell’ADHD possono essere più difficili da definire.

I sintomi nei bambini e negli adolescenti a volte si applicano anche agli adulti.
Alcuni specialisti però sostengono che il modo in cui la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività colpiscono gli adulti possa essere molto diverso dal modo in cui colpiscono i bambini. L‘iperattività fisica può diminuire,mentre la
disattenzione potrebbe peggiorare con l’aumentare delle pressioni della vita adulta.
Alcuni specialisti[5] hanno suggerito quanto segue come possibili sintomi associati all’ADHD negli adulti:

  • Disattenzione e poca cura ai dettagli.
  • Iniziare continuamente nuovi progetti prima di finire quelli vecchi.
  • Scarse capacità organizzative.
  • Incapacità di concentrarsi e prioritizzare gli impegni.
  • Dimenticanze frequenti nel quotidiano.
  • irrequietezza e nervosismo, irritabilità, sbalzi d’umore, difficoltà a controllare la rabbia.
  • Difficoltà nel rispettare il proprio turno di parola, spesso interrompendo gli altri.
  • Estrema impazienza, tendenza ad assumersi rischi spesso con poca o nessuna considerazione per la sicurezza.

Disclaimer: Per quanto possano sembrare accurati, sono però sintomi molto generali e comuni anche ad altri tipi di disturbi o condizioni, sconsigliamo come sempre le autodiagnosi e invitiamo chi legge ad affidarsi ad un professionist* espert* in ADHD per un’accurata valutazione.

Alcuni studi hanno evidenziato come le persone con ADHD possano riportare un maggiore grado di rischio per quanto concerne la bassa qualità della vita, i disturbi da uso di sostanze, le lesioni accidentali, il rendimento scolastico insufficiente, la disoccupazione, il gioco d’azzardo, la gravidanza adolescenziale, le difficoltà di socializzazione, la delinquenza, il suicidio e la morte prematura.[3]

Non è rara l’associazione e la presenza di comorbidità distinte o conseguenti l’ADHD non trattato durante la vita, peggiorandone la qualità.
Le terapie per questo disturbo possono essere sia di tipo farmacologico che di tipo non farmacologico.
Il trattamento dell’ADHD in età Adulta è principalmente di tipo multimodale, approccio che comprende una terapia farmacologica  unita ad interventi di psicoterapia e psicoeducazione.

Se volete approfondire, oltre alle fonti citate qui sotto, vi lasciamo un link dello
Speciale Adulti del Notiziario sulle attivitá sociali e divulgative dell’Associazione Italiana Famiglie ADHD che offre moltissime informazioni interessanti:

https://www.aifaonlus.it/images/documenti/aifanews/aifanews_23.pdf

Fonti:


1.Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5 Author(s): American Psychiatric Association.;American Psychiatric Association. DSM-5 Task Force Publisher: American Psychiatric Association Year: 2017
2.Reynolds CR, Goldstein S (1999). Handbook of neurodevelopmental and genetic disorders in children. New York: The Guilford Press. pp. 3–8. ISBN 978-1-57230-448-2.
3.”The World Federation of ADHD International Consensus Statement: 208 Evidence-based conclusions about the disorder” 2021 https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S014976342100049X?via%3Dihub
4.https://www.medicalnewstoday.com/articles/325715
5.https://www.nhs.uk/conditions/attention-deficit-hyperactivity-disorder-adhd/symptoms/

https://aadduk.org/symptoms-diagnosis-treatment/symptoms/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1578754/

https://link.springer.com/article/10.2165/00023210-200923000-00004